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domenica 25 settembre 2016

Le bomboniere, i materiali, la storia............ i fiori di confetti

 Sulmona ed i fiori di confetti



Sulmona la Patria del Confetto
Sulmona è nota non solo per i confetti ma anche per la realizzazioni artigiani che con essi si possono fare quali bomboniere, segnaposti e fiori di confetti. L'arte di realizzare i fiori di confetti esisteva già dal XV secolo, nata presso il monastero di Santa Chiara dove i confetti venivano legati con fili di seta per la realizzazione di grappoli e rosari.
Questa tradizione è ancora viva grazie ad alcune famiglie di Sulmona. 


Quale sia l'origine del confetto così come lo conosciamo oggi è ancora argomento di ricerche.
'Piccolo dolce, esternamente ricoperto di zucchero cotto, che contiene al suo interno una mandorla, una nocciola o un pistacchio. I confetti possono essere di due generi diversi: morbidi o duri. Quelli duri, per tradizione, contengono una mandorla pelata e tostata; quelli morbidi hanno un ripieno a base di pasta di mandorle, di canditi o di cioccolato aromatizzato. Esistono anche dei piccoli confettini, conteneti semi di anice o di finocchio, che vengono utilizzati per guarnire torte o piccoli dolcetti di tradizione regionale. In italia i confetti vengono offerti tradizionalmente in occasione di battesimi, prime comunioni e matrimoni.'

Da sempre sono stati considerati di buon augurio. La prima traccia scritta risale alla fine del '400. Nello Stato pontificio erano usati come omaggio agli attori teatrali (ad esempio la Duse li considerava portafortuna). Nel 1806 Napoleone entrò a Verdun sotto tre archi di trionfo costruiti con confetti bianchi. I Confetti di Sulmona, conosciuti in Italia e nel mondo per la loro squisitezza e per la raffinata produzione, di antica tradizione. Le mandorle utilizzate sono quelle di Avola (le più pregiate). Ne esistono di varie forme, colori e dimensioni. Famosi per la loro bontà sono i Cannellini di Sulmona, confetti lunghi e sottili con all'interno un cuore di cannella. La loro notorietà è legata a Giacomo Leopardi che ne mangiava abitualmente in grandi quantità, tanta era la passione del poeta per questi dolci.
La tradizione vuole che il confetto da matrimonio sia bianco, ad indicare la purezza della sposa. Il rito del lancio dei confetti all'uscita del corteo dalla chiesa veniva chiamato sciarra ossia rissa, baccano, riferito ai ragazzi che correvano poi a raccogliere i dolci crendo confusione. Il numero di confetti nelle bomboniere deve essere dispari, un augurio per la nascita del futuro figlio.
Nel battesimo invece i confetti saranno rosa per le bambine, colore associato al sangue e quindi alla fertilità, azzurri per i maschietti, a simboleggiare il cielo e quindi la futura elevatezza morale. Alle nozze d'oro o d'argento saranno offerti confetti dorati o argentati, nelle feste di laurea la bomboniera è un piccolo cappello goliardico con il colore appropriato alla facoltà seguita (di solito il rosso).



Sulmona è famosa nel mondo come "La Città dei Confetti", e tale fama spesso ha oscurato quella culturalmente più rilevante di aver dato i natali al poeta latino Ovidio. Sono stati i nostri emigranti, soprattutto negli Stati Uniti, Canada ed Australia a far conoscere nel secolo scorso la bontà di tale tipico prodotto artigianale. I confetti a Sulmona si producono già nel Medioevo, tuttavia non si parla di "confetto", ma di "confettura", termine che indicava tra l'altro mandorle e noci sgusciate e ricoperte di miele. Vengono menzionati dal Boccaccio nel Decamerone ed in altri documenti di storici illustri dell'epoca si parla già dell'uso di usare e gettare confetti sugli sposi durante i matrimoni. Nel XV secolo furono le Clarisse del Monastero di Santa Chiara a Sulmona a confezionare i primi mazzolini di fiori di confetto, avvolgendo gli stessi in fili di seta per farne omaggio alle nobildonne che andavano spose. Nel ‘600 il confetto, che ha assunto la forma e gli ingredienti come noi lo conosciamo oggi, diviene un prodotto di lusso, a causa del costo e della scarsità della materia prima, lo zucchero, che veniva importato dall'estero. Esso costituiva un dono graditissimo a principi e vescovi, gli unici a potersi permettere di mangiare zucchero a volontà. Solo nella Festa dell'Assunta, il 15 di agosto, durante la Giostra, il Magistrato della città insieme ad altri nobili allestiva un carro dall'interno del quale lanciava confetti al popolo. Già nel 1846 Sulmona vanta circa 12 fabbriche di confetti, così famosi ed apprezzati da essere esportati in tutta Italia. Ciò che rende unico il "Confetto di Sulmona" è sia l'esclusivo brevetto di lavorazione, che permette allo zucchero di fissarsi alla mandorla o ad altro ingrediente senza aggiunta di amidi e farine, ma soprattutto le splendide lavorazioni artigianali. Chi viene a Sulmona per la prima volta resta incantato dalla grande quantità di cesti ricolmi di fiori di confetto coloratissimi e dalle forme più svariate che i molti negozi artigianali del centro storico espongono agli occhi del turista. E' difficile restare indifferenti ad una spiga di grano, ad un tralcio d'uva o ad una viola del pensiero profumata di zucchero e mandorle. Inoltre ogni festa o ricorrenza speciale ha il suo confetto: celeste o rosa per la nascita, rosso per la laurea, argento ed oro per gli anniversari di nozze ed altro ancora. Si racconta che Giacomo Leopardi qualche ora prima di morire volle mangiare un "Confetto Cannellino di Sulmona" che da allora assunse il predicato nobiliare "di Leopardi".


 Fonti:
lartedelconfetto.it  //  meaculpa.it  //  anticaconfetteriadelcorso.it   //  




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