lunedì 20 febbraio 2017

Comunione e Cresima - Consuetudini, usanze e galateo nelle cerimonie


COMUNIONI E CRESIME
EVENTI FRA TRADIZIONE E NUOVE USANZE

Eventi prima di tutto religiosi e anche occasioni speciali da festeggiare con la famiglia e le persone care, prima comunione e cresima sono due momenti fondamentali nella vita dei bambini chiamati a confermare la loro partecipazione alla vita cristiana. Tradizionalmente è maggio, mese mariano, il periodo privilegiato, ma queste celebrazioni si fanno di solito anche nel mese di giugno. Secondo il galateo eucaristico, i genitori possono partecipare alla preparazione della chiesa, contribuendo alle decisioni che riguardano le diverse voci, quali decorazione, illuminazione, regolazione dell’impianto di amplificazione, sistemazione dei posti.
Nel corso del rituale ecclesiastico, genitori e invitati si devono attenere a un comportamento adeguato alla sede, a iniziare dai vestiti, al comportamento e al modo in cui fare le fotografie.
Altrimenti, soprattutto se il gruppo di comunicandi o cresimandi è numeroso, si possono verificare episodi imbarazzanti.

Negli incontri che precedono l’evento, i parroci spiegano bene ai genitori queste norme, per evitare che avvenimenti di alto contenuto spirituale vengano trasformati in un appuntamento mondano, invitando tutti a rispettare quell’atmosfera composta e intima che tali cerimonie richiedono.



«I genitori siano coinvolti nelle decisioni e nella preparazione alla celebrazione del sacramento. Si proponga per loro un cammino parallelo, adeguato alle loro esigenze di cristiani adulti – così raccomanda il CEG, centro evangelizzazione e catechesi Don Bosco.
Questo è compito dei catechisti, ma all’inizio tocca al parroco avere verso di loro un atteggiamento positivo, senza pensare necessariamente che non siano troppo interessati all’evento.

Li coinvolga e li faccia sentire corresponsabili. È questa una magnifica occasione per il parroco e i catechisti di vivere la propria vocazione missionaria tra molte famiglie che spesso hanno un legame debole con la comunità ecclesiale».


La madrina e il padrino sono due figure fondamentali per la cresima, che serve a confermare i voti espressi dai padrini e dai genitori nel battesimo. Il cresimando viene accompagnato in chiesa da un
padrino, se maschio, o da una madrina, se femmina. 

La loro scelta può essere causa di gelosie nelle famiglie, soprattutto in quelle in cui ci sono nonni, tanti zii e pochi nipoti. Tenendo presente che tali figure possono diventare un punto di riferimento molto importante per i bambini in circostanze particolari o avvenimentieccezionali, questa scelta va fatta con buon senso e pensando al bene dei propri figli, non mirando a ottenere i favori di una persona influente o benestante.
A discrezione dei parroci ai quali ci si rivolge, i bambini si accostano in genere intorno agli otto, nove anni alla prima comunione, intorno ai dodici, tredici alla cresima, recentemente spostata di qualche anno avanti; comunque queste età differiscono da parrocchia a parrocchia. Nel caso in cui la celebrazione di entrambi i sacramenti avvenga nello stesso tempo, come accade di frequente, si privilegia decisamente l’età della cresima per fare sì che i bambini siano più consapevoli dei contenuti spirituali di questi passaggi fondamentali nella loro vita cristiana. Per prepararsi ai sacri riti, nelle parrocchie i bambini sono tenuti a seguire un corso di catechismo, i comunicandi avranno così il loro primo vero approccio con la religione, mentre i cresimandi continueranno il percorso iniziato in precedenza.



Fonte: Bomboniera www.emil.it

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